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Ponti di Pisa

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Ponti di Pisa
PONTE DELLA CITTADELLA
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Il fiume Arno, che divide in due la città di Pisa, è sempre stato una caratteristica dell'Antica Repubblica Marinara: i ponti antichi, i collegamenti fluviali, la paura degli straripamenti.
In questa pagina riportiamo alcune fotografie e descrizioni che non solo testimoniano com'era la città negli anni passati, ma delineano il rapporto fondamentale che c'era in passato fra i pisani e l'Arno.

 

 

:: PONTE DI MEZZO
Costruito nel 1660 da Francesco Nave, per ordine del Granduca Ferdinando II; venne abbattuto nel 1943 dai bombardamenti alleati. Caratteristica principale dell'originario ponte di mezzo erano le tre arcate.
Il ponte attuale è ad una sola "luce", il che ha suscitato molte polemiche.


:: PONTE DELLA VITTORIA
Il ponte della Vittoria doveva essere la grande opera del "regime", ma nella notte del 22 Dicembre 1934 sprofondò nelle acque sottostanti. Mancavano pochi giorni all'inaugurazione. Venne ricostruito tale e quale, ma ebbe vita breve, perchè di lì a qualche anno venne distrutto nel corso dei bombardamenti. Infine fu ricostruito nel primo dopoguerra, ma mancando del suo rivestimento in marmo, ancora al presente, è un blocco di cemento armato senza alcuna particolare caratteristica od espressione.


:: PONTE SOLFERINO
Il ponte Solferino, già ponte Nuovo, fu costruito nel 1875 su disegno dell'architetto Vincenzo Micheli. Ai quattro lati vi erano quattro marzocchi, opere dello scultore Topi. Di marmo anch'essi, con le zampe appoggiate agli scudi con gli stemmi della città. Il ponte fu distrutto nel corso della seconda guerra mondiale. Fu quindi ricostruito nel dopoguerra, pressappoco nello stile di una volta, ma ebbe vita corta. Ci pensò la famosa alluvione del '66. Dopo il 13 Novembre 1966 il suo posto è stato preso da un altro, assai più ampio e comodo del precedente, ma molto diverso nell'impianto e nella costruzione.


:: PONTE DELLA FORTEZZA
Finito di costruire alla fine del XIII secolo, il ponte alla Fortezza, chiamato inizialmente "Spina", raccordava la Fortezza Nuova al Lungarno Mediceo, dove pure si trovavano baluardi difensivi. Fatto interamente in cotto, anche se angusto, forse uno dei più stretti della città, era particolarmente caratteristico, con le sue quattro luci, tanto da essere soggetto preferito da molti artisti. Distrutto nell'ultima guerra, l'attuale Ponte alla Fortezza, è di concezione totalmente diversa.


 




:: INGRESSO FLUVIALE AL PONTE DELLA CITTADELLA
Il primo approccio a Pisa per chi viene dal mare: i primi ponti, la Cittadella-antica Tersanaia-da un lato, è un po' più avanti, a destra, la maestosa facciata di San Paolo a ripa d'Arno, con la facciata a ponente. Il fiume, allora generalmente navigabile, con acque, così limpide da potersi persino bere, era attraversato dai "beolini", adibiti prevalentemente al trasporto di rena e mattoni (numerose a Porta a Mare e a Porta Fiorentina erano le fornaci). Queste imbarcazioni erano talvolta sospinte da riva. Il navicellaio precedeva il natante di parecchi metri, in posizione più elevata, lungo la riva, o alla sommità dell'argine e curvo, tirava la barca con l'alzaia, una sorta di fune, che si era avvinghiata al torace ed il cui capo opposto era legato alla prua.


:: LA SCORCIATOIA
Nell'immagine a fianco, scattata alla fine del secolo, si nota il vecchio incile, che immetteva nel canale dei Navicelli, consentendo alle imbarcazioni di raggiungere, in breve tempo, il porto di Livorno, evitando così di "doppiare" Bocca d'Arno. La guerra ha distrutto questa importante opera, utile alla navigazione e per rendere accessibile la via d'acqua, si è dovuto costruire, più a mare, un nuovo incile.


:: L'ARNO IN PIENA
Da tempi immemorabili i pisani hanno sempre avuto paura delle piene dell'Arno che più volte nel corso dei secoli, hanno invaso le campagne circostanti e gli abitanti causando danni incalcolabili. Due piene immemorabili sono:
quella del 4 Giugno 1915, e quella del 1920.
Durante la prima le acque non superarono il limite di guardia, nella seconda provocarono danni e preoccupazioni per i pisani.